Siamo alle Hawaii da ormai quasi una settimana.
Finora non sono stata molto ligia nel mio diario di viaggio, anzi. Scrivero’ poi ancora degli articoli sull’Australia (di cui ho solo raccontato alcune caratteristiche, ma senza raccontare granche’ di quello che abbiamo fatto e dove siamo stati).
Pero’ voglio cercare di rimanere un po’ in pari, in modo che amici e parenti abbiano informazioni piu’ aggiornate, quindi ora scrivero’ qualcosa sulle Hawaii, o meglio sull’isola di Ohau, quella con Honolulu e la famosa spiaggia di Waikiki per capirci.
Io e Gabry eravamo stati alle Hawaii nell’agosto del 2002. Avevamo pernottato solo 4 notti ad Ohau, perche’ eravamo stati anche a Kauai e Maui.
In questo giro del mondo abbiamo voluto tornare alle Hawaii perche’ le abbiamo amate (e confermiamo il sentimento) moltissimo, pero’ per fare una cosa piu’ tranquilla abbiamo deciso di stare 7 notti a Waikiki (ah, qui lo dicono con l’accento sull’ultima i, Waikikì).
La scelta in se’ e’ stata giusta, e questa e’ in generale una buona stagione per le Hawaii: e’ comunque inverno (siamo sempre nell’emisfero boreale), ma il clima equivale alla nostra estate: si puo’ andare al mare e c’e’ davvero pienissimo di turisti. Purtroppo siamo stati un po’ sfortunati (si, lo so, e’ tutto relativo!) e abbiamo preso una settimana un po’ freschina: beh, capita anche in Italia a volte un giugno freddo o anche altri mesi.
Ci hanno detto che la settimana prima faceva molto piu’ caldo. Quando il sole esce, ci capisce che e’ un sole che “picchia”, ma purtroppo da quando siamo arrivati, venerdi 24 gennaio, ha quasi sempre fatto nuvolo, con anche scrosci di pioggia.
Forse uno dei giorni migliori era proprio il 24, ma eravamo talmente cotti dal volo che non ce lo siamo goduto troppo.
L’indomani era freschino e abbiamo deciso di girare per Waikiki, per il parco sotto il Diamond Head e di ambientarci. Non siamo saliti sul Diamond Head perche’ Alicia non se la sentiva: in effetti noi ci eravamo stati nel 2002 ed e’ una bella camminata: la vista poi si’, e’ bella, ma qui e’ talmente tutto bello che comunque qualunque cosa fai va bene.
Domenica acqua di brutto, proprio di quella a catinelle, cosi’ abbiamo preso l’autobus ed abbiamo passato l’intera giornata all’Ala Moana Center, un centro commerciale enorme ed ovviamente coperto (anche se non completamente chiuso). Essere alle Hawaii da tre giorni e non avere toccato l’acqua e’ stato un po’ un insulto. Per fortuna che domenica si teneva, all’Aloha Stadium, il Pro Bawl, una partita di football tipo All Star Game: dico per fortuna, perche’ il sabato sera c’e’ stata qui a Waikiki una grande festa e quindi questo ci ha permesso di partecipare ad una cosa particolare, che non capita tutti i giorni. Un sacco di americani sono venuti alle Hawaii in questi giorni solo per il Pro Bawl, e noi invece ci siamo capitati per caso! Strada chiusa, bancarelle, tantissima gente in strada e palchi con mascotte e cheerleader!
Finalmente lunedi siamo riusciti ad andare in spiaggia, a The Wall. Gabry ha finalmente affittato un longboard per un’ora e ha fatto surf a The Queen. Purtroppo poco dopo si e’ messo a piovigginare, ma non faceva freddo e io mi sono comunque fatta un bel bagno. Poi in camera a farci un bel piatto di pasta (pasta e olio italiani, comprati in Australia e mangiati alle Hawaii alle tre del pomeriggio, quando in Italia erano le due di notte!) e quindi di nuovo un giro, facendo una bellissima “beach walk”.
Capendo che il tempo avrebbe continuato cosi’, per martedi’ abbiamo organizzato di prendere l’autobus “The Bus” e andare al Polynesian Cultural Center (PCC). Qui gli autobus cittadini vanno anche in tutta l’isola, e il biglietto costa sempre 2,50 dollari a testa (i bambini sotto i 6 anni non pagano e tra i 6 e i 17 pagano 1,25). Il biglietto si fa salendo sull’autobus e inserendo la cifra esatta in una macchinetta a lato dell’autista. Se si pensa di dover prendere un altro autobus entro 2 ore, si puo’ chiedere all’autista un “transfer”, cioe’ un bigliettino con il quale senza pagare nulla in piu’ si puo’ appunto salire su un altro autobus. Quando eravamo stati alle Hawaii nel 2002, invece che 2,50 dollari, il biglietto costava 1 dollaro!
Ci e’ voluto parecchio (quasi 2 ore) per arrivare al PCC, perche’ abbiamo dovuto cambiare autobus ad Honolulu (all’Ala Moana Center) e “tagliare” a meta’ l’isola. Ma ne e’ valsa la pena. Abbiamo infatti visto le ricostruzioni di 7 villaggi della cultura polinesiana: Hawaii, Tonga, Tahiti, Samoa, Aotearoa (Nuova Zelanda), Fiji e Rapanui, e molti spettacoli che univano danze, canti e attivita’ tipiche delle popolazioni a una certa dose di umorismo e comocita’ che non ha guastato. Ah, pero’ prima di andare, Gabry si e’ alzato presto ed e’ andato a farsi un’altra ora di longboard a The Queen!
Oggi eravamo decisi ad affittare un’auto e fare il giro dell’isola: purtroppo arrivati all’ufficio per affittarla, c’era tantissima gente ed erano rimaste solo auto da 160-200 dollari al giorno. Cosi’ ne abbiamo prenotato una normale (57 dollari) per domani, ed oggi abbiamo nuovamente preso l’autobus per andare pero’ ad Hanauma Bay, una baia molto bella che e’ riserva naturale, infatti si paga il biglietto per entrare (7,50 dollari, nel 2002 era 3 dollari, insomma tutto e’ aumentato del 250%!!), ma non sotto i 12 anni. Prima di accedere alla spiaggia sei obbligato a passare per un piccolo “cinema” dove ti spiegano che non devi toccare i coralli, nutrire i pesci, stai attento alle correnti, ecc.
La baia e’ davvero spettacolare (prometto di pubblicare qualche foto), ma anche qui, vento fortino e scrosci di pioggia. L’acqua pero’ non era freddissima e io e Gabry abbiamo fatto un po’ di snorkeling, a turno, perche’ Alciai era spaventata dal vento (si’, lo so, sembra assurdo, ma purtroppo e’ cosi’) ed e’ stata rannicchiata sull’asciugamano con un altro asciugamano addosso. Ho dovuto farle un po’ di ramanzina, ma comunque non ha toccato l’acqua. Ovviamente poi siamo stati un po’ con lei a rilassarci, quindi all’ennesimo scroscio di pioggia abbiamo deciso di rientrare a Waikiki, dove ci siamo scaldati con un cafè mocha venti in uno Starbucks (bicchierone gigante di caffe’, latte e cioccolata, bollente, buonissimo, poi noi adoriamo gli Starbucks, sono locali sempre molto belli, tutto su caffe’ e brioche, e con un’ottima connessione wifi gratuita). Io e Alicia ne abbiamo approfittato per mandare un po’ di videomessaggi con skype (non potevamo chiamare, in Italia erano le 4 del mattino!), mentre Gabry altra ora di longboard a The Queen (e stavolta si e’ fatto furbo e si e’ portato la Go Pro: seguiranno foto). Ah, per curiosita’: affittare un’ora la tavola sulla spiaggia costa 10 dollari. Ovviamente se la si affitta per piu’ tempo, in proporzione costa meno (tipo 20-30 dollari tutto il giorno), ma magari non sulla spiaggia, e poi tanto essendo con noi, piu’ di un’ora al giorno non fa.
Stasera poi abbiamo fatto un giro per Kalakahua avenue dopo cena (sempre pasta in motel), ed infine abbiamo prenotato l’hotel per San Diego, prossima tappa del nostro viaggio, ed ora ce ne andiamo a nanna, che e’ tardi e domattina dobbiamo svegliarci abbastanza presto per ritirare l’auto.
Buonanotte, o meglio, buon appetito, visto che in Italia ormai e’ quasi mezzogiorno!
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