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Australia – 19 gennaio 2014 – Sydney

Australia – 18 gennaio 2014 – Lemon Tree Passage, Terrigal Oxford Falls

Australia – 17 gennaio 2014 – Lemon Tree e Anna Bay

Australia – 8-24 gennaio 2014 – Tin Can Bay – Cronulla

In questo articolo dettagliero’ un po’ meglio i 16 giorni di vacanza che abbiamo fatto in Australia.
Premetto che sto scrivendo dalla crociera, un mese dopo.
Arrivati a Brisbane, nel Queensland, abbiamo subito affittato l’auto, una tamarrissima Ford XR6 blu elettrico e ci siamo diretti a Tin Can Bay, dove avevamo prenotato le prime 3 notti.
La scelta e’ stata dovuta soprattutto a questioni di costi, visto che questa e’ altissima stagione in Australia e si fa fatica a trovare posto.
Da Tin Can Bay nei 2 giorni successivi siamo andati alle belle spiagge di Noosaville e Rainbow Beach (purtroppo piuttosto ventosa), per poi spostarci circa 3 ore di auto piu’ a sud.
Avremmo dovuto subito dormire a Murwillumbah, un pochino nell’interno, ma purtroppo al nostro arrivo abbiamo trovato la reception chiusa, e nonostante campanello e telefonate nessuno ci ha aperto.
Non trovando nessun’altra sistemazione sul posto (perche’ diciamolo, il posto e’ un po’ dimenticato da Dio), dobbiamo andare verso la costa. Qui ovviamente tutto e’ No vacancy. Troviamo solo un posto a 350 dollari, che sono davvero un po’ troppi. Per fortuna dopo poco riusciamo a trovare un motel a Palm Beach: davvero triste e all’apparenza non troppo raccomandabile, ma almeno costa “solo” 120 dollari! Il posto e’ davvero kitch, il tipo quasi non ci chiede i documenti e ci fa pagare subito in contanti, pero’ sono ormai le dieci e mezza di sera, cominciavamo seriamente a disperare, quindi l’importante e’ avere una stanza in cui passare la notte. Che poi alla fine a ripensarci bene non era poi questa mostruosita’: sembrava abbastanza pulito e il tipo mi ha pure regalato una tavoletta di cioccolato quando ha saputo che era il mio compleanno! Pero’ l’arredamento era inguardabile. La stanza pero’ era piuttosto grande, con 2 letti matrimoniali. Peccato appunto che fosse il mio compleanno e che quella sera volessimo fare le cose con calma e cenare fuori. Va beh, e’ un compleanno che mi ricordero’! Parte della colpa e’ anche stata dovuta al fatto che noi pensavamo di arrivare al motel di Murwillumbah alle 20, invece quando siamo arrivati erano le 21, in quanto Murwillumbah si trova gia’ nel New South Wales, e li’ hanno un fuso orario diverso! Ok, sono 2 diversi stati, ma il passaggio non avviene spostandosi da ovest ad est, ma da nord a sud!!!! Sono dei pazzi! E poi la costa e’ densamente popolata: e’ tutto un susseguirsi di paesi, senza interruzioni. E’ un po’ come se da noi a Savona ci fosse un’ora e ad Albisola un’altra. Anzi, nemmeno perche’ almeno tra Savona e Albisola cambiamo longitudine. E’ come se sulla costa della Toscana o delle Marche spostandosi un po’ piu’ a sud fossero un’ora avanti. Sai che casino con gli appuntamenti?
Infatti dove poi abbiamo dormito alla fine, a Palm Beach, eravamo ancora nel Queensland, cosi’ come a Surfers Paradise e Coolangatta che abbiamo visitato il giorno dopo, mentre poco piu’ giu’ si entrava nel NSW e quindi eravamo un’ora avanti.
Va beh, ovviamente poteva succedere di peggio. L’indomani siamo subito andati a Murwillumbah, per scaricare i bagagli (ripeto, non era facile trovare posto e non volevamo certo rimanere un’altra notte in quel motel). Si sono scusati moltissimo, dicendo che non capivano come mai non avessero sentito ne’ campanello ne’ telefono, ed ovviamente non ci hanno addebitato la notte non goduta. Il motel era decisamente molto meglio di quello in cui eravamo appena stati (e per soli 5 dollari in piu’). Purtroppo pero’ abbiamo perso fra tutto un altro paio d’ore, perche’ invece di svegliarci riposati a Murwillumbah e andare subito sulla costa, ci siamo alzati alquanto sconvolti, siamo andati a Murwillumbah a posare le valigie e poi siamo ritornati sulla costa. D’altra parte pero’ non ce la sentivamo di girare tutto il giorno con i bagagli dietro, ed inoltre volevamo essere sicuri di avere la camera per la sera.
Come accennavo prima siamo quindi andati a Surfer’s Paradise: una spiaggia immensa dove Gabry ha fatto surf.
Dietro la spiaggia ci sono altissimi grattacieli, al punto che uno fungeva da mega ombrellone per un tratto di circa 30 metri della spiaggia: Alicia lo ha apprezzato moltissimo (in effetti era comodo), ma il contesto non era certo quello di Noosaville. Poi siamo passati a Coolangatta, altro posto famoso per il surf, ma era ormai buio abbiamo solo potuto notare che, come ovunque in Australia, subito ditero la spiaggia ci sono i giochi per i bambini.
L’indomani, lasciata Murwillumbah, ci siamo diretti a Byron Bay, spiaggia grande e molto bella, ma anche molto molto assolata, dove Gabry ha fatto surf.
La sera avevamo un B&B a Lismore, sempre un po’ nell’interno. Un po’ caruccio, ma ottima scelta: casa bellissima e pulitissima, con un enorme bagno che aveva sia doccia sia vasca.
Al mattino abbiamo fatto colazione (un po’ prestino devo dire, ma le 8,30 erano l’ora massima) al tavolo della sala, con le signore che cucinavano le cose sul momento e siamo tornati a Byron Bay, ma in un altro punto che avevamo visto la sera prima, sotto il faro. E’ stata una scelta azzeccatissima: sulla spiaggia con la marea si era formata una piscina naturale, ed Alicia ha passato tutto il tempo li’, mentre Gabry faceva surf. Un posto davvero mozzafiato. L’unico difetto delle spiagge australiane, e’ che se vuoi parcheggiare proprio li’ il parcheggio e’ piuttosto caruccio, dell’ordine di 4-5 dollari l’ora. In realta’ abbiamo poi scoperto alle Hawaii, parlando con un ragazzo italiano che lavora come enologo sia in California sia in Australia, che gli stipendi sono molto alti. Lui ci ha parlato di 6500 dollari per un lavoro pagato in Italia 3000 euro.
Il giorno dopo a colazione, le signore del B&B ci hanno consigliato di visitare il santuario dei koala (friendsofkoala.org). E’ un’associazione senza fini di lucro che si occupa di curare i koala investiti o affetti da malattie. La signora che ci accoglie e’ molto gentile, ce ne fa vedere alcuni in cura e ci spiega molto. E’ sorpresa e contenta quando le acquistiamo un libro sui koala, ma ad Alicia colpisce molto e sebbene in inglese se l’e’ fatto leggere e tradurre tutto da suo padre nel mese successivo. Ora sa piu’ sui koala che su cani e gatti! Riusciamo anche a vedere l’unico koala in completa liberta’ di tutto il viaggio. Infatti sebbene ovunque ci siano cartelli che indicano zone abitate da koala (e invitano a fare attenzione a non investirli), non e’ molto facili vederli. Li avremo poi rivisti allo zoo di Sydney, ma non e’ la stessa cosa che vederne uno libero.
Lasciata Lismore ci dirigiamo a Port Macquarie, dove abbiamo prenotato un Best Western. L’indomani giriamo un po’ nei dintorni, quindi ci dirigiamo a Lemon Tree.
Devo dire che questa scelta si e’ rivelata una piacevole sorpresa. E’ un paesino piccolo, probabilmente un po’ snobbato. Non ha una spiaggia, ma un porticciolo, e solo 2 locali di poche pretese dove mangiare la pizza. Sembra di essere in uno di quei paesini con pochi abitanti nell’interno dell’Italia, dove i vecchietti alla sera si riuniscono nell’unico bar del paese a giocare a carte. Eppure le due sere che passeggiamo li’ c’e’ un’atmosfera favolosa, con la luna che illumina il mare, e nonostante l’aria fresca passeggiamo tra le mangrovie sperando di vedere un altro koala dormire tra le fronde degli eucalipti. Lemon Tree e’ stata scelta perche’ vicina ad Anna Bay, dove andiamo ma senza riuscire a stare molto in spiaggia, perche’ soffia un vento davvero teso, fresco e fastidioso. Anna Bay presenta pero’ delle spettacolari dune di sabbia, tali per cui ci si stupisce di essere in Australia. Ed infatti ci sono molte escursioni che fanno fare il giro sui cammelli, come le fotografie possono testimoniare. Lasciata Lemon Tree ci avviciniamo a Sydney, passando da Terrigal (dove Gabry fa surf in mezzo ai bagnanti, stupendosi che non si spostino, per accorgersi solo dopo che e’ lui ad essere dove non dovrebbe). Ci fermeremo a dormire 3 notti ad Oxford Falls, una trentina di km a nord di Sydney, mentre le ultime 3 notti le faremo a sud di Sydney (circa 15-20 km), a Miranda, vicino a Cronulla. Al solito le scelte sono dettate da motivi economici, ma non si rivelano sbagliate. La domenica lasciamo l’auto al parcheggio di un centro commerciale di North Sydney e da li’ prendiamo la metro verso Sydney. Siamo stati molto fortunati di capitare di domenica. Infatti paghiamo la flat rate del parcheggio per tutto il giorno 10 dollari anziche’ 52 (si, l’ho detto sui parcheggi sono dei pazzi), ma ancora piu’ paghiamo il biglietto giornaliero per tutti i mezzi solo 2,50 dollari a testa, anziche quasi 30 per gli adulti e quasi 20 per Alicia, (risparmiando quindi circa 70 dollari), perche’ c’e’ la promozione domeniche d’estate per le famiglie. Decisamente gli australiani incentivano il passare il weekend tutti insieme, ai parchi e all’aria aperta in genere. Ed in effetti in metro c’e’ pieno di bambini coi loro genitori o i loro nonni (talmente giovani che a volte e’ difficile capire la differenza). Facciamo il giro abbastanza canonico di Sydney: prima un po’ di centro, Opera House, poi dietro consiglio di una ragazza italiana conosciuta a Rainbow Beach e che vive con la famiglia da 6 mesi a Sydney, prendiamo il traghetto (sempre compreso nel biglietto di 2,50 dollari) e andiamo a Watson Bay, da dove possiamo godere una vista bellissima sulla citta’. E dove c’e’ un parco bellissimo, ovviamente coi giochi per i bambini. Da li’ autobus di nuovo verso il centro e la Sydney Tower Eye (di cui mentre sono in autobus compro il biglietto via internet spendendo per tutti e 3 circa 45 dollari e risparmiandone quasi 20 rispetto a comprarlo sul posto: meraviglie dell’ipad e di internet: solo con questo mi sono ripagata i 29 dollari della sim vodafone con 3 giga di traffico per 30 giorni comprata in aeroporto a Brisbane e che ci ha fatto da ottimo navigatore, usando Google Maps, per 16 giorni, dicendoci anche percorsi ed orari di tutti i mezzi pubblici). Ma torniamo un attimo all’Opera House: per certi versi e’ stata una piccola delusione: io me la immaginavo immersa in mezzo al verde (certo, l’acqua da una parte, ma l’accesso attraverso un parco). In realta’ ci si accede attraverso l’asfalto, dove oltretutto c’era una specie di esposizione di gonfiabili colorati, che facevano molto poco fine. Poi purtroppo una parte della pavimentazione era in rifacimento, con ovviamente reti di protezione e attrezzi da lavoro. Insomma, non era al massimo.
Pero’ prima di salinare la scalinata, vista da circa 100 metri, devo dire di aver provato una fortissima emozione. Non tanto per l’Opera House in se’ (esistono monumenti od edifici anche piu’ entusiasmanti e carichi di significato al mondo), ma per il fatto di rendersi conto di essere davvero dall’altra parte del mondo. Per noi italiani l’altra parte del mondo sono Australia e Nuova Zelanda, proprio geograficamente parlando intendo. E l’Australia a me fa pensare a Sydney e Sydney all’Opera House. E vedermela li’ davanti….. E’ stata davvero una grande emozione.
Ho pensato a questo viaggio per anni. Il primo germe e’ stato nell’ottobre del 2006, mentre ero in ospedale per un’operazione banale e ho sentito per telefono un mio collega che lasciava il lavoro per fare un giro del mondo di un anno. Quanto l’ho invidiato e ammirato! Sapevo che non avrei mai potuto fare una cosa cosi’ grande, ma la vincita al Milionario e la nascita di Alicia (per il congedo parentale) mi hanno dato l’opportunita’ di avere almeno un assaggio di quel sogno. Erano quattro anni che ci speravo, sempre con i dubbi e la paura, soprattutto per il lavoro, e trovarmi li, davanti all’Opera House, nell’altro emisfero, dove non ero mai stata e dove e’ estate mentre da noi e inverno, dove e’ giorno quando in Italia e’ notte, mi ha fatto davvero capire che lo avevo fatto. Che stavo davvero realizzando il mio sogno. Non e’ solo il fatto di vivere questa esperienza bellissima, di stare 2 mesi in giro per il mondo. E’ ancora di piu’ aver avuto il coraggio e la tenacia per farlo. E’ averlo desiderato e avere creato le condizioni e colto le opportunita’ che l’hanno reso possibile. Una recente pubblicita’ della Fastweb dice “Immagina, puoi”. Se puoi immaginarlo puoi farlo. Io l’ho immagino, l’ho sognato e l’ho realizzato. E questo mi rende orgogliosa di me stessa. E’ un successo, indipendentemente dai luoghi visti, dall’aver per una volta quasi saltato l’inverno, al di la’ dell’aver passato (ormai comincio a parlare al passato, visto che mancano 10 giorni al termine di questa avventura) 2 mesi sempre con mio marito e mia figlia, come non era mai successo e come purtroppo probabilmente non succedera’ mai piu’. E’ un po’ come dire che l’importante non e’ vincere, ma partecipare. E’ vero, la vittoria e’ esserci, piu’ ancora di come poi vanno le cose. In questi giorni ci sono le Olimpiadi invernali di Sochi. Ecco, io mi sento un po’ cosi’, come credo si senta un’atleta che partecipa alle Olimpiadi: si e’ preparato per 4 anni per esserci. Credo che molti di loro non si illudano di vincere una medaglia: la vera vittoria e’ esserci, e’ rappresentare il proprio paese alle Olimpiadi, davanti al mondo. Ecco, la mia vittoria e’ esserci, e’ averlo fatto, e averlo condiviso con la mia famiglia.
A molti sembrera’ banale: c’e’ chi molla tutto e cambia vita e lavoro con gran facilita’, dall’Italia, all’America, all’Australia o chissa’ dove. Sono tanti, ed io so di essere una provincialotta rispetto a loro, ma c’e’ una frase che trovo molto bella e che credo di aver in parte realizzato “Non cercare di essere migliore degli altri, cerca di essere migliore di te stesso”. Quando parlo di vittoria, di successo, non sono certo assoluti. Per altri questa esperienza e’ magari una bazzecola. Il successo di cui parlo e’ su me stessa, sulle mie paure, e perche’ no, sulla mia prudenza e il buon senso, che di questi tempi magari mi avrebbe suggerito di fare la formichina e starmene a casa e tenere da parte i soldi per imprevisti e tempi bui (visto che al peggio non c’e mai fine! E penso che davvero l’Italia adesso per certi aspetti sia al peggio, ma questo e’ un altro discorso, che non sono in grado di affrontare).
Lo so divago, ma d’altra parte questo sito e questi pensieri sono per amici e parenti, che ormai mi conoscono. Gli altri che potrebbero capitare qui per caso avranno gia’ da un pezzo abbandonato la lettura. Quindi sono tra amici, e non vi stupirete certo delle parentesi che apro (ma mi vanto di chiuderle tutte prima o poi!).
Siamo partiti dall’emozione davanti all’Opera House e li’ torniamo. Sydney e’ una bella citta’ per quello che ho visto.
Doveva essere un giro del mondo, tempo e soldi non erano poi molti, quindi abbiamo fatto delle scelte. Spero che la mia vita sia ancora lunga (secondo la media ho circa 40 anni di buono), quindi a Sydney potro’ tornarci un giorno. Senz’altro posso garantirvi che ha uno zoo bellissimo, il Taronga Zoo. Organizzato molto bene e con una vista fantastica sulla citta’. Vi abbiamo speso senza rimpianti una giornata. Ma non prima di averne dedicata una alle spiagge a nord di Sydney: Narrabeen, Dee Whay (altro ottimo consiglio di Luisa) e Manly.
Una volta trasferitici nel motel a Miranda ci siamo dedicati alle spiagge a sud di Sydney, ovvero Bondi e poi Cronulla, dove Gabry ha fatto surf con un amico australiano conosciuto a Savona (suo padre e’ originario di li’) e poi rimasto in contatto tramite facebook. E qui potrei aprire un’altra digressione sulla meraviglia e la potenza di internet e della tecnologia, e di quanto io ne sia entusiasta e sia orgogliosa di lavorare in questo settore. Ma e’ quasi ora di cena, e non ho tutto questo tempo! 🙂
Cronulla e’ molto bella: come Dee Why sulla spiaggia ci sono delle piscine seminaturali: in pratica hanno dovuto solo aggiungere un muretto e una paio di corrimano alle formazioni di rocce, e si sono formate sulla spiaggia stessa delle piscine di acqua di mare, che penso si ripuliscano da sole semplicemente grazie alle maree. Che posto meraviglioso! E nell’immancabile parco giochi ho pure conosciuto una donna giapponese, sposata con un italiano, che mi ha raccontato che si erano trasferiti li’ da Mestre 3 anni prima! Non sono solo i luoghi a fare i viaggi, ma anche, e soprattutto, le storie. E con questo vi saluto e saluto l’Australia.
Ci “rileggeremo” negli Stati Uniti!

Australia – 16 gennaio 2014 – PortMacquarie – Lemon Tree Passage

Australia – 15 gennaio 2014 – Lismore e Port Macquarie

Australia – 14 gennaio 2014 – Byron Bay sotto il faro

Australia – 13 gennaio 2014 – Byron Bay e Lismore

Australia – bilancio e peculiarita’

Quando abbiamo progettato questo viaggio, il primo posto a cui abbiamo pensato e’ l’Australia, per un motivo molto semplice: e’ una delle mete piu’ lontane per noi italiani, pertanto rientrava bene in un giro del mondo.

Quando pensavo Australia pensavo a canguri, grandi deserti rocciosi e barriera corallina.

Ho visto poco di tutto questo, ma l’Australia mi ha sorpreso per la sua bellezza e la sua qualita’ di vita.

Beh, per quanto riguarda barriera corallina e deserti rocciosi non li abbiamo visti semplicemente perche’ abbiamo scelto un altro percorso, cioe’ la costa ovest da circa 1000 km a nord di Sydney a Sydney stessa.

Sydney ovviamente ha il fascino di una famosa grande citta’ all’altro capo del mondo, ma la parte che ci e’ piaciuta di piu’ e’ stata la costa del Queensland.

L’8 gennaio siamo atterrati a Brisbane, abbiamo affittato l’auto e da li’ ci siamo diretti a Tin Can Bay, circa 250 km a nord. Da li’ e’ cominciata la nostra esplorazione della costa, dirigendoci a sud.

Purtroppo gli hotel australiani sono molto cari. Solitamente noi siamo abituati a un buon albergo con circa 80-90 euro. Qui si pernotta in un motel con circa 150 dollari, che sono 100 euro. Per andare in alberghi come quelli che prendiamo di solito bisognava spendere almeno 200 dollari. Poi qui e’ estate ed e’ alta stagione. Per cui spesso i posti in cui abbiamo pernottato sono stati determinati dalla disponibilita’ e dal costo, quindi non sempre, anzi quasi mai, direttamente sulla costa.

Pero’ nel complesso ci siamo trovati molto bene. Lo spirito che c’e’ nei motel e’ veramente molto amichevole e molto familiare: le camere sono piuttosto grandi, quasi sempre con frigo, microonde e stoviglie. Oltre alla piscina ci sono aree dove incontrare gli altri ospiti, fare un barbeque, guardare la TV con gli altri. Di solito ci sono le lavanderie a gettoni e alla reception sono sempre disposti a darti consigli e suggerimenti.

Le spiagge australiane che abbiamo visto sono tutte meravigliose: la sabbia piu’ bella, quella morbida e finissima, l’abbiamo trovata al nord, ma anche le spiagge nei dintorni di Sydney sono nettamente superiori a quelle a cui siamo abituati a casa.

Qui non esistono gli stabilimenti balneari. Le spiagge sono solo pubbliche, ma hanno il servizio di bay watch, le docce e i servizi igienici (impressionante quanto siano puliti e di solito in “casette” carinissime). Il tutto si trova subito sopra la spiaggia, in parchi con erba che sembra sempre tagliata di fresco, alberi bellissimi (moltissimi eucalipti e pini), parchi giochi per bambini e tettoie per ripararsi dal sole, sotto le quali ci sono tavoli e panchine per i pic nic e barbeque elettrici a disposizione di tutti.

L’unica cosa che a volte e’ a pagamento e’ il parcheggio (ma non sempre). In tal caso e’ parecchio caro (tipo 5-8 dollari all’ora, con una tariffa sui 15 dollari per tutto il giorno). Ma ovviamente a qualche centinaio di metri si puo’ parcheggiare gratuitamente, cosa che noi da buoni italiani abbiamo sempre fatto!

Esistono poi, soprattutto al nord, molte camminatoie a palafitta, che sono costruite a fianco alla strada, ricoperte dalla vegetazione, per raggiungere anche i punti piu’ lontani delle spiaggie, camminando in sicurezza e all’ombra.

Una caratteristica invece di alcune spiagge vicino a Sydney (ad es. Dee Why a nord di Sydney e Cronulla a sud di Sydney) sono le piscine rocciose. In pratica la spiaggia ha dei punti rocciosi e li’ sono stati fatti dei muretti che fanno si’ che si crei una sorta di piscina nel mare stesso, con un ricircolo dell’acqua dato dalle maree.

La vivibilita’ di questi posti e’ qualcosa che in Italia neanche ci sogniamo. E’ come se tutto fosse a disposizione di tutti, che ne usufruiscono con molta educazione.

Passiamo ora ad alcune caratteristiche spicciole che ho notato:

1) siamo stati in 8 diversi motel/hotel: solo nell’ultimo avevano la doccetta col flessibile nella doccia. In tutti gli altri avevano una pignatta fissa con i rubinetti. Anche nei bagni o nei locali, in 16 giorni ho visto solo un miscelatore, altrimenti hanno tutti i 2 rubinetti separati. Tra l’altro l’acqua calda esce immediatamente ed e’ davvero caldissima.

2) come negli Stati Uniti, tengono l’aria condizionata a livelli assurdi. Anche nelle giornate non bellissime, quando fuori ci sono circa 22 gradi, nei negozi e nei supermarket ci saranno 16-17 gradi. Noi dovevamo sempre portarci dietro le felpe, perche’ proprio non si riusciva a stare. Eppure per loro e’ normale cosi’. Anche l’acqua del mare e’ piuttosto fredda (a volte proprio gelata), eppure sono tutti in acqua, anche bambini piccoli, senza problemi.

3) il sole e’ davvero forte e ovunque c’e’ la pubblicita’ di filtri solari, ma soprattutto la raccomandazione a difendersi dal cancro della pelle. Infatti quasi tutti i bambini stanno sulla spiaggia con le licre a maniche lunghe, con grossi cappelli e molti addirittura con le licre complete, per capirci come delle tute da moto. Pero’ l’aria e’ sempre molto asciutta. Il clima e’ sempre ventoso, a volte anche troppo, ma nessuno sembra farci caso.

4) nelle spiagge dove c’e’ il servizio dei bagnini, vengono messe 2 bandiere che delimitano la zona di spiaggia in cui si puo’ notare, e all’interno della quale non si puo’ fare surf. Di solito sono 20-30 metri. Da tutte le altre parti non si puo’ nuotare ed e’ per i surfisti. I surfisti sono ovunque, di tutte le eta’. L’unico esempio che mi viene in mente di qualcosa di simile e’ quando si va in montagna e tutti sono in giro con sci e scarponi.

… segue … (sta aprendo il gate per l’imbarco)

Riprendo questo articolo quasi 2 giorni dopo: il volo di notte per le Hawaii ci ha lasciato ko. Ora sono in uno Starbuck a Waikiki, e qui sono le 14 di sabato 25 gennaio. Torniamo alle caratteristiche dell’Australia

5) per mio sollievo le ragazze non hanno dei gran fisici, mentre i ragazzi sono tutti alti, biondi, abbronzati e palestrati! Un paradiso per noi donne! Forse è per questo che ci sono così tanti bambini! 🙂 Battute a parte è più facile trovare famiglie con 3 figli che con uno solo. E i genitori sono molto giovani, al punto che a volte scambi i nonni per i genitori. Qui (in Australia intendo) li lasciano sbattere parecchio. Sebbene ci siano avvisi su tutto per proteggere se stessi e i bimbi (tipo non farli giocare con gli accendini, i sacchetti di plastica possono causare soffocamento, e cose di questo tipo qui), vedi bimbi anche piccoli, tipo 2 o 3 anni, arrampicarsi ovunque, anche abbastanza lontano dai genitori, sempre scalzi, al caldo o al freddo senza problemi. Qui tutti vanno spesso scalzi, anche nei supermercati. E si trovano in giro tantissimi oggetti persi, soprattutto flip-flop, cappelli e calze di spugna. Davvero avessi un euro per ogni oggetto perso che ho visto, mi ci potrei pagare come minimo una notte in hotel!

Ah, però sui bimbi non mi capite male: sì, li lasciano sbattere, ma c’è molto per loro. Io non ho mai visto una così alta concentrazione di parchi giochi in vita mia, tutti con il recinto intorno apribile solo da un adulto, i bagni e le fontanelle. E che parchi giochi! Grandi e belli e ben tenuti.

6) Abbiamo avuto la fortuna, il secondo giorno, di incontrare una coppia italiana (ciao Luisa e Franco) con 2 bimbi, che si è trasferita a vivere a Sydney e che era al nord in vacanza. Ci hanno dato un sacco di consigli utili e ci hanno spiegato anche alcune cose. Ad es. qui la scuola inizia il 28 gennaio ( almeno quest’anno ) essendo finita il 5 dicembre. Quindi hanno una pausa per l’estate più corta della nostra, ma poi hanno soste più lunghe per le feste. Ad es. 3 settimane a giugno, e poi vari gruppi di 2 settimane qui e là. Ovviamente anche per loro Natale è il 25 dicembre, quindi lo festeggiano col caldo, però anche da loro gli addobbi sono fiocchi di neve e babbo natali con barba e berretto con la pelliccia!

Qui esistono molti animali potenzialmente molto pericolosi, ma per fortuna noi non ne abbiamo incontrato nessuno. Luisa però ci ha fatto vedere una foto di una ragno huntsman che aveva inscatolato per liberarsene senza doverlo uccidere: è grosso all’incirca come una mano, però non è velenoso.

Un altro amico, Ben, australiano ma di origini italiane, ci ha detto che in Australia potenzialmente qualsiasi cosa ti può uccidere! Lo scrivo ora che siamo alle Hawaii così a casa non si preoccupano. 😉

7) La mentalità in Australia è molto rilassata. Alle cinque del pomeriggio i negozi chiudono, e se è sabato o domenica ancora prima, o sono proprio chiusi. Anche per mangiare chiudono presto, tipo le otto o le nove di sera. La luce del sole va via verso le otto nel New South Wales (NSW), ma alle sette nel Queensland (QLD). Infatti c’è una particolarità da sapere per chi fa un viaggio come il nostro: il fuso orario cambia tra QLD e NSW. Lo abbiamo scoperto a nostre spese in quanto quando abbiamo cambiato hotel, credevamo di essere arrivati a fare il check-in alle otto di sera e invece siamo arrivati alle nove, trovando chiuso!

Quello che e’ pazzesco e’ che la sera dopo siamo tornati a mangiare a Coolangatta, e lì erano un’ora indietro. In pratica puoi abitare in un palazzo, e in quello di fronte a te c’è un altro orario. Non ho idea di come facciano con la tv e che casino con gli appuntamenti tra amici o di lavoro.

8) Note dolenti, il cibo. Il cibo è simile a quello americano, ma peggio. Cioè come gusto se vai su fast food o barbeque, è ovvio che ti piace, ma è molto grasso. Usano un sacco di salse e strati spessi di formaggio sulle pizze. Ovunque trovi prodotti asiatici o italiani, ne hanno proprio una passione, ma il cibo italiano è un pochino reinterpretato. Ad es chiamano mozzarella anche un formaggio bianco, ma asciutto, un po’ come la nostra pizzottella. Poi a quanto pare hanno una passione per la bietola rossa e per la vegemite, che è una specie di gelatina a base di lievito di birra, che ha un gusto e un odore per noi insopportabili. Inoltre ovunque è proibito bere alcoolici, e li possono vendere solo in negozi specializzati, che vendono solo alcolici e di solito si chiamano liquorland o simili. Hanno prezzi per noi altissimi. Ad es. una bottiglietta da 33cc di birra proprio che costi pocoi costa 3,10 dollari, che sono più di 2 euro. Tenete conto che alla Coop una Desperados o una Corona le pago 1,49 euro e mi sembra già tanto. Qui una birra di quel tipo costa 5 o 6 dollari. Le bottiglie di vino erano tutte da 30 dollari. E anche una normalissima bottiglia di Baileys costa circa 30-35 dollari. Anche gli yogurt per noi costano cari (circa 2-3 dollari il vasetto) e pure frutta e verdura. Un’insalata mista di 200 grammi, già lavata, costa 5 dollari, e un chilo di pomodori circa 8. Solo le banane costano poco, circa 2 dollari al chilo. Però costa poco la benzina, anche meno di 1,50 dollari al litro e ricordate che un dollaro è circa 67 centesimi di euro. Inoltre le strade sono quasi tutte gratuite, a parte qualche ponte e qualche tunnel. Ah, pero’ ho comprato confezioni di Grana Padano da 250 grammi a 5,99 dollari, in pratica 4 euro che equivale a 16 euro al chilo, in pratica quello che costa da noi!

…mio marito mi reclama… continuerò più tardi…

Come si suol dire non c’e’ 2 senza 3. Finisco questo articolo dal motel a Waikiki, mentre’ qui e’ domenica sera, l’acqua e’ sul fornello per farci una pasta e, ahime’, fuori piove. Parlavo di costi e cose care. Altra cosa per noi molto cara e’ il caffè, ed anche l’acqua. Sembra una contraddizione, visto che ovunque c’e’ pieno di fontane, fatte non solo per bere, ma anche espressamente per ricaricare le bottiglie. Pero’ nei supermercati fai fatica a trovare una bottiglietta da 500-600 ml a meno di 2-3 dollari. Non so voi, ma io l’acqua alla Coop la compro a 20, 30 massimo 40 centesimi!

A proposito di numeri, qui sebbene guidino dalla parte opposta alla nostra, come gli inglesi, usano pero’ assolutamente il sistema internazionale, quindi tutto e’ espresso in chilometri, in gradi celsius, ma anche in joule e kilo joule. Non usano le calorie, e ovunque, dai fast food ai supermercati, ai banconi di bar e panetterie e pasticcerie, ogni prodotto ha indicato quanti kilo joule fa e che un uomo adulto consuma 8700 kj (mi sembra che una kilocaloria corrisponda a 4,16 kj). Il che fa un po’ ridere visto che hanno tantissime cose grassissime (pero’ latte super scremato! Ovviamente anche quello sui 3-4 dollari al litro. Certo, bisognerebbe sapere quant’e’ un loro stipendio medio. Dubito sia 1200 dollari!).

Per finire il discorso soldi, noi abbiamo visto solo banconote da 50, 20, 10 e 5. Le monete sono da 2 dollari (piccole e spesse, dorate9, 1 dollaro (piu’ larghe e sottili, sempre dorate), 50 centesimi (enormi, sottili, argentate, col bordo dentellato), 20 centesimi (grandi, rotonde, argentate), e poi non ricordo i 5 e i 10, ma direi piu’ piccoli e sempre argentati. Non esistono monete da 1 e 2 centesimi, quindi i totali della spesa vengono arrotondati (se una cosa costa 4,99 la paghi 5, se costa 4,96 o 4,97 la paghi 4,95).

Per concludere le caratteristiche che ho notato in Australia, tutte le prese hanno l’interruttore. Esattamente come quelli per accendere la luce. E’ comodo, perche’ puoi spegnere una presa, anziche’ staccare la spina. Ma ho capito perche’: le loro prese spesso scintillano!

E con questo direi che concludo questo articolo, che e’ anche fin troppo lungo. Ma ne seguiranno altri.

A presto!

Australia e Hawaii – 24 gennaio 2014 – Il giorno vissuto due volte

Oggi e’ il 24 gennaio 2014. Questa mattina ci siamo svegliato nel nostro motel di Miranda, poco a sud di Sydney, abbiamo preparato i bagagli e fatto un giro.
Con molto dispiacere Gabry si e’ separato dalla tavola acquistata a Noosaville 15 giorni fa e con cui ha surfato spot che aveva visto solo nei video (ma l’ha affidata a Ben, un amico australiano il cui padre e’ di Savona), e ci siamo diretti all’aeroporto di Sydney.
Qui ci siamo dovuti separare anche dalla tamarrissima Ford XR6 blu elettrico, con bagagliaio gigante e full optional, e abbiamo fatto il check-in.

L’aeroporto di Sydney e’ ovviamente enorme. Abbiamo speso gli ultimi dollari (ormai erano troppo pochi per riportarli in Italia!!!) e a breve saliremo sul volo per Honolulu. Speriamo di riuscire a dormire un po’, perche’ ci vorranno quasi 10 ore per arrivare alle Hawaii, dove atterreremo domattina alle 8,30.

Beh, che c’e’ di strano? E’ che domattina alle Hawaii sara’ …. il 24 gennaio 2014!!

Quindi vivremo 2 volte questo giorno. Un peccato che non sia il mio compleanno!

Passando dall’Australia alle Hawaii, infatti, si attraversa il meridiano del cambio data. Beh, non e’ un’esperienza che si vive proprio tutti i giorni.

Quindi, per chi ci segue, sappiate che mentre finora eravamo 10 ore avanti rispetto all’Italia, da domani saremo 11 ore indietro. Visto che io sono un’eterna ritardataria, mi trovero’ molto piu’ a mio agio. 🙂

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riprendo questo articolo un bel po’ di tempo dopo, solo per concluderlo come si deve, parlando anche del secondo 24 gennaio: l’arrivo alle Hawaii e’ ovviamente una cosa meravigliosa: peccato che, sebbene fosse una giornata con un tempo discreto (come purtroppo non sarebbe piu’ stato fino all’ultimo giorno prima di partire), non ce lo siamo troppo goduto per la stanchezza: avendo volato di notte, infatti, non abbiamo riposato molto bene, ed anche se solo di 3 ore, il fuso orario lo abbiamo sentito (cioe’ in realta’ la differenza di fuso era di 21 ore, ma essendo 21 ore indietro, riferito al ritmo dell’organismo era come se fossimo 3 ore avanti).

Cosi’ tra raggiungere l’hotel, dove la camera non era disponibile, girare un po’, mangiare qualcosa e poi tornare a disfare i bagagli, ci siamo un po’ persi una giornata che avremmo potuto goderci di piu’ in spiaggia, ma appunto solo se non fossimo stati completamente cotti!