USA – 24-30 gennaio 2014 – Hawaii, un paradiso, ma delusione tempo

Siamo alle Hawaii da ormai quasi una settimana.

Finora non sono stata molto ligia nel mio diario di viaggio, anzi. Scrivero’ poi ancora degli articoli sull’Australia (di cui ho solo raccontato alcune caratteristiche, ma senza raccontare granche’ di quello che abbiamo fatto e dove siamo stati).

Pero’ voglio cercare di rimanere un po’ in pari, in modo che amici e parenti abbiano informazioni piu’ aggiornate, quindi ora scrivero’ qualcosa sulle Hawaii, o meglio sull’isola di Ohau, quella con Honolulu e la famosa spiaggia di Waikiki per capirci.

Io e Gabry eravamo stati alle Hawaii nell’agosto del 2002. Avevamo pernottato solo 4 notti ad Ohau, perche’ eravamo stati anche a Kauai e Maui.

In questo giro del mondo abbiamo voluto tornare alle Hawaii perche’ le abbiamo amate (e confermiamo il sentimento) moltissimo, pero’ per fare una cosa piu’ tranquilla abbiamo deciso di stare 7 notti a Waikiki (ah, qui lo dicono con l’accento sull’ultima i, Waikikì).

La scelta in se’ e’ stata giusta, e questa e’ in generale una buona stagione per le Hawaii: e’ comunque inverno (siamo sempre nell’emisfero boreale), ma il clima equivale alla nostra estate: si puo’ andare al mare e c’e’ davvero pienissimo di turisti. Purtroppo siamo stati un po’ sfortunati (si, lo so, e’ tutto relativo!) e abbiamo preso una settimana un po’ freschina: beh, capita anche in Italia a volte un giugno freddo o anche altri mesi.

Ci hanno detto che la settimana prima faceva molto piu’ caldo. Quando il sole esce, ci capisce che e’ un sole che “picchia”, ma purtroppo da quando siamo arrivati, venerdi 24 gennaio, ha quasi sempre fatto nuvolo, con anche scrosci di pioggia.

Forse uno dei giorni migliori era proprio il 24, ma eravamo talmente cotti dal volo che non ce lo siamo goduto troppo.

L’indomani era freschino e abbiamo deciso di girare per Waikiki, per il parco sotto il Diamond Head e di ambientarci. Non siamo saliti sul Diamond Head perche’ Alicia non se la sentiva: in effetti noi ci eravamo stati nel 2002 ed e’ una bella camminata: la vista poi si’, e’ bella, ma qui e’ talmente tutto bello che comunque qualunque cosa fai va bene.

Domenica acqua di brutto, proprio di quella a catinelle, cosi’ abbiamo preso l’autobus ed abbiamo passato l’intera giornata all’Ala Moana Center, un centro commerciale enorme ed ovviamente coperto (anche se non completamente chiuso). Essere alle Hawaii da tre giorni e non avere toccato l’acqua e’ stato un po’ un insulto. Per fortuna che domenica si teneva, all’Aloha Stadium, il Pro Bawl, una partita di football tipo All Star Game: dico per fortuna, perche’ il sabato sera c’e’ stata qui a Waikiki una grande festa e quindi questo ci ha permesso di partecipare ad una cosa particolare, che non capita tutti i giorni. Un sacco di americani sono venuti alle Hawaii in questi giorni solo per il Pro Bawl, e noi invece ci siamo capitati per caso! Strada chiusa, bancarelle, tantissima gente in strada e palchi con mascotte e cheerleader!

Finalmente lunedi siamo riusciti ad andare in spiaggia, a The Wall. Gabry ha finalmente affittato un longboard per un’ora e ha fatto surf a The Queen. Purtroppo poco dopo si e’ messo a piovigginare, ma non faceva freddo e io mi sono comunque fatta un bel bagno. Poi in camera a farci un bel piatto di pasta (pasta e olio italiani, comprati in Australia e mangiati alle Hawaii alle tre del pomeriggio, quando in Italia erano le due di notte!) e quindi di nuovo un giro, facendo una bellissima “beach walk”.

Capendo che il tempo avrebbe continuato cosi’, per martedi’ abbiamo organizzato di prendere l’autobus “The Bus” e andare al Polynesian Cultural Center (PCC). Qui gli autobus cittadini vanno anche in tutta l’isola, e il biglietto costa sempre 2,50 dollari a testa (i bambini sotto i 6 anni non pagano e tra i 6 e i 17 pagano 1,25). Il biglietto si fa salendo sull’autobus e inserendo la cifra esatta in una macchinetta a lato dell’autista. Se si pensa di dover prendere un altro autobus entro 2 ore, si puo’ chiedere all’autista un “transfer”, cioe’ un bigliettino con il quale senza pagare nulla in piu’ si puo’ appunto salire su un altro autobus. Quando eravamo stati alle Hawaii nel 2002, invece che 2,50 dollari, il biglietto costava 1 dollaro!

Ci e’ voluto parecchio (quasi 2 ore) per arrivare al PCC, perche’ abbiamo dovuto cambiare autobus ad Honolulu (all’Ala Moana Center) e “tagliare” a meta’ l’isola. Ma ne e’ valsa la pena. Abbiamo infatti visto le ricostruzioni di 7 villaggi della cultura polinesiana: Hawaii, Tonga, Tahiti, Samoa, Aotearoa (Nuova Zelanda), Fiji e Rapanui, e molti spettacoli che univano danze, canti e attivita’ tipiche delle popolazioni a una certa dose di umorismo e comocita’ che non ha guastato. Ah, pero’ prima di andare, Gabry si e’ alzato presto ed e’ andato a farsi un’altra ora di longboard a The Queen!

Oggi eravamo decisi ad affittare un’auto e fare il giro dell’isola: purtroppo arrivati all’ufficio per affittarla, c’era tantissima gente ed erano rimaste solo auto da 160-200 dollari al giorno. Cosi’ ne abbiamo prenotato una normale (57 dollari) per domani, ed oggi abbiamo nuovamente preso l’autobus per andare pero’ ad Hanauma Bay, una baia molto bella che e’ riserva naturale, infatti si paga il biglietto per entrare (7,50 dollari, nel 2002 era 3 dollari, insomma tutto e’ aumentato del 250%!!), ma non sotto i 12 anni. Prima di accedere alla spiaggia sei obbligato a passare per un piccolo “cinema” dove ti spiegano che non devi toccare i coralli, nutrire i pesci, stai attento alle correnti, ecc.

La baia e’ davvero spettacolare (prometto di pubblicare qualche foto), ma anche qui, vento fortino e scrosci di pioggia. L’acqua pero’ non era freddissima e io e Gabry abbiamo fatto un po’ di snorkeling, a turno, perche’ Alciai era spaventata dal vento (si’, lo so, sembra assurdo, ma purtroppo e’ cosi’) ed e’ stata rannicchiata sull’asciugamano con un altro asciugamano addosso. Ho dovuto farle un po’ di ramanzina, ma comunque non ha toccato l’acqua. Ovviamente poi siamo stati un po’ con lei a rilassarci, quindi all’ennesimo scroscio di pioggia abbiamo deciso di rientrare a Waikiki, dove ci siamo scaldati con un cafè mocha venti in uno Starbucks (bicchierone gigante di caffe’, latte e cioccolata, bollente, buonissimo, poi noi adoriamo gli Starbucks, sono locali sempre molto belli, tutto su caffe’ e brioche, e con un’ottima connessione wifi gratuita). Io e Alicia ne abbiamo approfittato per mandare un po’ di videomessaggi con skype (non potevamo chiamare, in Italia erano le 4 del mattino!), mentre Gabry altra ora di longboard a The Queen (e stavolta si e’ fatto furbo e si e’ portato la Go Pro: seguiranno foto). Ah, per curiosita’: affittare un’ora la tavola sulla spiaggia costa 10 dollari. Ovviamente se la si affitta per piu’ tempo, in proporzione costa meno (tipo 20-30 dollari tutto il giorno), ma magari non sulla spiaggia, e poi tanto essendo con noi, piu’ di un’ora al giorno non fa.

Stasera poi abbiamo fatto un giro per Kalakahua avenue dopo cena (sempre pasta in motel), ed infine abbiamo prenotato l’hotel per San Diego, prossima tappa del nostro viaggio, ed ora ce ne andiamo a nanna, che e’ tardi e domattina dobbiamo svegliarci abbastanza presto per ritirare l’auto.

Buonanotte, o meglio, buon appetito, visto che in Italia ormai e’ quasi mezzogiorno!

Australia – bilancio e peculiarita’

Quando abbiamo progettato questo viaggio, il primo posto a cui abbiamo pensato e’ l’Australia, per un motivo molto semplice: e’ una delle mete piu’ lontane per noi italiani, pertanto rientrava bene in un giro del mondo.

Quando pensavo Australia pensavo a canguri, grandi deserti rocciosi e barriera corallina.

Ho visto poco di tutto questo, ma l’Australia mi ha sorpreso per la sua bellezza e la sua qualita’ di vita.

Beh, per quanto riguarda barriera corallina e deserti rocciosi non li abbiamo visti semplicemente perche’ abbiamo scelto un altro percorso, cioe’ la costa ovest da circa 1000 km a nord di Sydney a Sydney stessa.

Sydney ovviamente ha il fascino di una famosa grande citta’ all’altro capo del mondo, ma la parte che ci e’ piaciuta di piu’ e’ stata la costa del Queensland.

L’8 gennaio siamo atterrati a Brisbane, abbiamo affittato l’auto e da li’ ci siamo diretti a Tin Can Bay, circa 250 km a nord. Da li’ e’ cominciata la nostra esplorazione della costa, dirigendoci a sud.

Purtroppo gli hotel australiani sono molto cari. Solitamente noi siamo abituati a un buon albergo con circa 80-90 euro. Qui si pernotta in un motel con circa 150 dollari, che sono 100 euro. Per andare in alberghi come quelli che prendiamo di solito bisognava spendere almeno 200 dollari. Poi qui e’ estate ed e’ alta stagione. Per cui spesso i posti in cui abbiamo pernottato sono stati determinati dalla disponibilita’ e dal costo, quindi non sempre, anzi quasi mai, direttamente sulla costa.

Pero’ nel complesso ci siamo trovati molto bene. Lo spirito che c’e’ nei motel e’ veramente molto amichevole e molto familiare: le camere sono piuttosto grandi, quasi sempre con frigo, microonde e stoviglie. Oltre alla piscina ci sono aree dove incontrare gli altri ospiti, fare un barbeque, guardare la TV con gli altri. Di solito ci sono le lavanderie a gettoni e alla reception sono sempre disposti a darti consigli e suggerimenti.

Le spiagge australiane che abbiamo visto sono tutte meravigliose: la sabbia piu’ bella, quella morbida e finissima, l’abbiamo trovata al nord, ma anche le spiagge nei dintorni di Sydney sono nettamente superiori a quelle a cui siamo abituati a casa.

Qui non esistono gli stabilimenti balneari. Le spiagge sono solo pubbliche, ma hanno il servizio di bay watch, le docce e i servizi igienici (impressionante quanto siano puliti e di solito in “casette” carinissime). Il tutto si trova subito sopra la spiaggia, in parchi con erba che sembra sempre tagliata di fresco, alberi bellissimi (moltissimi eucalipti e pini), parchi giochi per bambini e tettoie per ripararsi dal sole, sotto le quali ci sono tavoli e panchine per i pic nic e barbeque elettrici a disposizione di tutti.

L’unica cosa che a volte e’ a pagamento e’ il parcheggio (ma non sempre). In tal caso e’ parecchio caro (tipo 5-8 dollari all’ora, con una tariffa sui 15 dollari per tutto il giorno). Ma ovviamente a qualche centinaio di metri si puo’ parcheggiare gratuitamente, cosa che noi da buoni italiani abbiamo sempre fatto!

Esistono poi, soprattutto al nord, molte camminatoie a palafitta, che sono costruite a fianco alla strada, ricoperte dalla vegetazione, per raggiungere anche i punti piu’ lontani delle spiaggie, camminando in sicurezza e all’ombra.

Una caratteristica invece di alcune spiagge vicino a Sydney (ad es. Dee Why a nord di Sydney e Cronulla a sud di Sydney) sono le piscine rocciose. In pratica la spiaggia ha dei punti rocciosi e li’ sono stati fatti dei muretti che fanno si’ che si crei una sorta di piscina nel mare stesso, con un ricircolo dell’acqua dato dalle maree.

La vivibilita’ di questi posti e’ qualcosa che in Italia neanche ci sogniamo. E’ come se tutto fosse a disposizione di tutti, che ne usufruiscono con molta educazione.

Passiamo ora ad alcune caratteristiche spicciole che ho notato:

1) siamo stati in 8 diversi motel/hotel: solo nell’ultimo avevano la doccetta col flessibile nella doccia. In tutti gli altri avevano una pignatta fissa con i rubinetti. Anche nei bagni o nei locali, in 16 giorni ho visto solo un miscelatore, altrimenti hanno tutti i 2 rubinetti separati. Tra l’altro l’acqua calda esce immediatamente ed e’ davvero caldissima.

2) come negli Stati Uniti, tengono l’aria condizionata a livelli assurdi. Anche nelle giornate non bellissime, quando fuori ci sono circa 22 gradi, nei negozi e nei supermarket ci saranno 16-17 gradi. Noi dovevamo sempre portarci dietro le felpe, perche’ proprio non si riusciva a stare. Eppure per loro e’ normale cosi’. Anche l’acqua del mare e’ piuttosto fredda (a volte proprio gelata), eppure sono tutti in acqua, anche bambini piccoli, senza problemi.

3) il sole e’ davvero forte e ovunque c’e’ la pubblicita’ di filtri solari, ma soprattutto la raccomandazione a difendersi dal cancro della pelle. Infatti quasi tutti i bambini stanno sulla spiaggia con le licre a maniche lunghe, con grossi cappelli e molti addirittura con le licre complete, per capirci come delle tute da moto. Pero’ l’aria e’ sempre molto asciutta. Il clima e’ sempre ventoso, a volte anche troppo, ma nessuno sembra farci caso.

4) nelle spiagge dove c’e’ il servizio dei bagnini, vengono messe 2 bandiere che delimitano la zona di spiaggia in cui si puo’ notare, e all’interno della quale non si puo’ fare surf. Di solito sono 20-30 metri. Da tutte le altre parti non si puo’ nuotare ed e’ per i surfisti. I surfisti sono ovunque, di tutte le eta’. L’unico esempio che mi viene in mente di qualcosa di simile e’ quando si va in montagna e tutti sono in giro con sci e scarponi.

… segue … (sta aprendo il gate per l’imbarco)

Riprendo questo articolo quasi 2 giorni dopo: il volo di notte per le Hawaii ci ha lasciato ko. Ora sono in uno Starbuck a Waikiki, e qui sono le 14 di sabato 25 gennaio. Torniamo alle caratteristiche dell’Australia

5) per mio sollievo le ragazze non hanno dei gran fisici, mentre i ragazzi sono tutti alti, biondi, abbronzati e palestrati! Un paradiso per noi donne! Forse è per questo che ci sono così tanti bambini! 🙂 Battute a parte è più facile trovare famiglie con 3 figli che con uno solo. E i genitori sono molto giovani, al punto che a volte scambi i nonni per i genitori. Qui (in Australia intendo) li lasciano sbattere parecchio. Sebbene ci siano avvisi su tutto per proteggere se stessi e i bimbi (tipo non farli giocare con gli accendini, i sacchetti di plastica possono causare soffocamento, e cose di questo tipo qui), vedi bimbi anche piccoli, tipo 2 o 3 anni, arrampicarsi ovunque, anche abbastanza lontano dai genitori, sempre scalzi, al caldo o al freddo senza problemi. Qui tutti vanno spesso scalzi, anche nei supermercati. E si trovano in giro tantissimi oggetti persi, soprattutto flip-flop, cappelli e calze di spugna. Davvero avessi un euro per ogni oggetto perso che ho visto, mi ci potrei pagare come minimo una notte in hotel!

Ah, però sui bimbi non mi capite male: sì, li lasciano sbattere, ma c’è molto per loro. Io non ho mai visto una così alta concentrazione di parchi giochi in vita mia, tutti con il recinto intorno apribile solo da un adulto, i bagni e le fontanelle. E che parchi giochi! Grandi e belli e ben tenuti.

6) Abbiamo avuto la fortuna, il secondo giorno, di incontrare una coppia italiana (ciao Luisa e Franco) con 2 bimbi, che si è trasferita a vivere a Sydney e che era al nord in vacanza. Ci hanno dato un sacco di consigli utili e ci hanno spiegato anche alcune cose. Ad es. qui la scuola inizia il 28 gennaio ( almeno quest’anno ) essendo finita il 5 dicembre. Quindi hanno una pausa per l’estate più corta della nostra, ma poi hanno soste più lunghe per le feste. Ad es. 3 settimane a giugno, e poi vari gruppi di 2 settimane qui e là. Ovviamente anche per loro Natale è il 25 dicembre, quindi lo festeggiano col caldo, però anche da loro gli addobbi sono fiocchi di neve e babbo natali con barba e berretto con la pelliccia!

Qui esistono molti animali potenzialmente molto pericolosi, ma per fortuna noi non ne abbiamo incontrato nessuno. Luisa però ci ha fatto vedere una foto di una ragno huntsman che aveva inscatolato per liberarsene senza doverlo uccidere: è grosso all’incirca come una mano, però non è velenoso.

Un altro amico, Ben, australiano ma di origini italiane, ci ha detto che in Australia potenzialmente qualsiasi cosa ti può uccidere! Lo scrivo ora che siamo alle Hawaii così a casa non si preoccupano. 😉

7) La mentalità in Australia è molto rilassata. Alle cinque del pomeriggio i negozi chiudono, e se è sabato o domenica ancora prima, o sono proprio chiusi. Anche per mangiare chiudono presto, tipo le otto o le nove di sera. La luce del sole va via verso le otto nel New South Wales (NSW), ma alle sette nel Queensland (QLD). Infatti c’è una particolarità da sapere per chi fa un viaggio come il nostro: il fuso orario cambia tra QLD e NSW. Lo abbiamo scoperto a nostre spese in quanto quando abbiamo cambiato hotel, credevamo di essere arrivati a fare il check-in alle otto di sera e invece siamo arrivati alle nove, trovando chiuso!

Quello che e’ pazzesco e’ che la sera dopo siamo tornati a mangiare a Coolangatta, e lì erano un’ora indietro. In pratica puoi abitare in un palazzo, e in quello di fronte a te c’è un altro orario. Non ho idea di come facciano con la tv e che casino con gli appuntamenti tra amici o di lavoro.

8) Note dolenti, il cibo. Il cibo è simile a quello americano, ma peggio. Cioè come gusto se vai su fast food o barbeque, è ovvio che ti piace, ma è molto grasso. Usano un sacco di salse e strati spessi di formaggio sulle pizze. Ovunque trovi prodotti asiatici o italiani, ne hanno proprio una passione, ma il cibo italiano è un pochino reinterpretato. Ad es chiamano mozzarella anche un formaggio bianco, ma asciutto, un po’ come la nostra pizzottella. Poi a quanto pare hanno una passione per la bietola rossa e per la vegemite, che è una specie di gelatina a base di lievito di birra, che ha un gusto e un odore per noi insopportabili. Inoltre ovunque è proibito bere alcoolici, e li possono vendere solo in negozi specializzati, che vendono solo alcolici e di solito si chiamano liquorland o simili. Hanno prezzi per noi altissimi. Ad es. una bottiglietta da 33cc di birra proprio che costi pocoi costa 3,10 dollari, che sono più di 2 euro. Tenete conto che alla Coop una Desperados o una Corona le pago 1,49 euro e mi sembra già tanto. Qui una birra di quel tipo costa 5 o 6 dollari. Le bottiglie di vino erano tutte da 30 dollari. E anche una normalissima bottiglia di Baileys costa circa 30-35 dollari. Anche gli yogurt per noi costano cari (circa 2-3 dollari il vasetto) e pure frutta e verdura. Un’insalata mista di 200 grammi, già lavata, costa 5 dollari, e un chilo di pomodori circa 8. Solo le banane costano poco, circa 2 dollari al chilo. Però costa poco la benzina, anche meno di 1,50 dollari al litro e ricordate che un dollaro è circa 67 centesimi di euro. Inoltre le strade sono quasi tutte gratuite, a parte qualche ponte e qualche tunnel. Ah, pero’ ho comprato confezioni di Grana Padano da 250 grammi a 5,99 dollari, in pratica 4 euro che equivale a 16 euro al chilo, in pratica quello che costa da noi!

…mio marito mi reclama… continuerò più tardi…

Come si suol dire non c’e’ 2 senza 3. Finisco questo articolo dal motel a Waikiki, mentre’ qui e’ domenica sera, l’acqua e’ sul fornello per farci una pasta e, ahime’, fuori piove. Parlavo di costi e cose care. Altra cosa per noi molto cara e’ il caffè, ed anche l’acqua. Sembra una contraddizione, visto che ovunque c’e’ pieno di fontane, fatte non solo per bere, ma anche espressamente per ricaricare le bottiglie. Pero’ nei supermercati fai fatica a trovare una bottiglietta da 500-600 ml a meno di 2-3 dollari. Non so voi, ma io l’acqua alla Coop la compro a 20, 30 massimo 40 centesimi!

A proposito di numeri, qui sebbene guidino dalla parte opposta alla nostra, come gli inglesi, usano pero’ assolutamente il sistema internazionale, quindi tutto e’ espresso in chilometri, in gradi celsius, ma anche in joule e kilo joule. Non usano le calorie, e ovunque, dai fast food ai supermercati, ai banconi di bar e panetterie e pasticcerie, ogni prodotto ha indicato quanti kilo joule fa e che un uomo adulto consuma 8700 kj (mi sembra che una kilocaloria corrisponda a 4,16 kj). Il che fa un po’ ridere visto che hanno tantissime cose grassissime (pero’ latte super scremato! Ovviamente anche quello sui 3-4 dollari al litro. Certo, bisognerebbe sapere quant’e’ un loro stipendio medio. Dubito sia 1200 dollari!).

Per finire il discorso soldi, noi abbiamo visto solo banconote da 50, 20, 10 e 5. Le monete sono da 2 dollari (piccole e spesse, dorate9, 1 dollaro (piu’ larghe e sottili, sempre dorate), 50 centesimi (enormi, sottili, argentate, col bordo dentellato), 20 centesimi (grandi, rotonde, argentate), e poi non ricordo i 5 e i 10, ma direi piu’ piccoli e sempre argentati. Non esistono monete da 1 e 2 centesimi, quindi i totali della spesa vengono arrotondati (se una cosa costa 4,99 la paghi 5, se costa 4,96 o 4,97 la paghi 4,95).

Per concludere le caratteristiche che ho notato in Australia, tutte le prese hanno l’interruttore. Esattamente come quelli per accendere la luce. E’ comodo, perche’ puoi spegnere una presa, anziche’ staccare la spina. Ma ho capito perche’: le loro prese spesso scintillano!

E con questo direi che concludo questo articolo, che e’ anche fin troppo lungo. Ma ne seguiranno altri.

A presto!

Australia e Hawaii – 24 gennaio 2014 – Il giorno vissuto due volte

Oggi e’ il 24 gennaio 2014. Questa mattina ci siamo svegliato nel nostro motel di Miranda, poco a sud di Sydney, abbiamo preparato i bagagli e fatto un giro.
Con molto dispiacere Gabry si e’ separato dalla tavola acquistata a Noosaville 15 giorni fa e con cui ha surfato spot che aveva visto solo nei video (ma l’ha affidata a Ben, un amico australiano il cui padre e’ di Savona), e ci siamo diretti all’aeroporto di Sydney.
Qui ci siamo dovuti separare anche dalla tamarrissima Ford XR6 blu elettrico, con bagagliaio gigante e full optional, e abbiamo fatto il check-in.

L’aeroporto di Sydney e’ ovviamente enorme. Abbiamo speso gli ultimi dollari (ormai erano troppo pochi per riportarli in Italia!!!) e a breve saliremo sul volo per Honolulu. Speriamo di riuscire a dormire un po’, perche’ ci vorranno quasi 10 ore per arrivare alle Hawaii, dove atterreremo domattina alle 8,30.

Beh, che c’e’ di strano? E’ che domattina alle Hawaii sara’ …. il 24 gennaio 2014!!

Quindi vivremo 2 volte questo giorno. Un peccato che non sia il mio compleanno!

Passando dall’Australia alle Hawaii, infatti, si attraversa il meridiano del cambio data. Beh, non e’ un’esperienza che si vive proprio tutti i giorni.

Quindi, per chi ci segue, sappiate che mentre finora eravamo 10 ore avanti rispetto all’Italia, da domani saremo 11 ore indietro. Visto che io sono un’eterna ritardataria, mi trovero’ molto piu’ a mio agio. 🙂

….

riprendo questo articolo un bel po’ di tempo dopo, solo per concluderlo come si deve, parlando anche del secondo 24 gennaio: l’arrivo alle Hawaii e’ ovviamente una cosa meravigliosa: peccato che, sebbene fosse una giornata con un tempo discreto (come purtroppo non sarebbe piu’ stato fino all’ultimo giorno prima di partire), non ce lo siamo troppo goduto per la stanchezza: avendo volato di notte, infatti, non abbiamo riposato molto bene, ed anche se solo di 3 ore, il fuso orario lo abbiamo sentito (cioe’ in realta’ la differenza di fuso era di 21 ore, ma essendo 21 ore indietro, riferito al ritmo dell’organismo era come se fossimo 3 ore avanti).

Cosi’ tra raggiungere l’hotel, dove la camera non era disponibile, girare un po’, mangiare qualcosa e poi tornare a disfare i bagagli, ci siamo un po’ persi una giornata che avremmo potuto goderci di piu’ in spiaggia, ma appunto solo se non fossimo stati completamente cotti!

Australia – 12 gennaio 2014 – Surfers Paradise

Australia – 11 gennaio 2014 – Noosa Little Cove

Australia – 10 gennaio 2014 – Rainbow Beach

Australia – 11 gennaio 2014 – Tin Can Bay e i delfini

Australia – 8-9 gennaio 2014 – Noosaville

Hong Kong – 5-7 gennaio 2014

Ricordatevi che sono in vacanza

Allora, io ci sto provando a recuperare e tenere il sito aggiornato per gli amici, ma la connessione wifi non sempre al top e un vecchio portatile che va a carbone non mi aiutano.

Intanto ho raddrizzato le foto e ne ho aggiunta qualcuna, per i racconti di viaggio ancora un po’ di pazienza.

Anche perche’ in fin dei conti….. IO sono in vacanza, IO!!!!! 🙂