Lug 03 2008

I principali esami

I principali esami che si fanno in gravidanza sono:
– le visite ginecologiche periodiche (private)
io ne ho fatte in tutto 5, una ogni 40-45 giorni. La mia ginecologa ha l’ecografo, quindi ogni volta mi faceva anche l’ecografia e dalla seconda visita mi faceva anche sentire il battito cardiaco
– gli esami del sangue all’incirca ogni mese e mezzo
alcuni sono passati dal sistema sanitario nazionale, ma solitamente i ginecologi ne danno di più, e per questi si paga il normale ticket
– 3 ecografie in ospedale
la prima è chiamata ostetrica. Si fa entro la 13° settimana e serve a stabilire la data presunta del parto.
La seconda è chiamata morfologica: si fa alla 22° ed è la più bella perchè il medico ti fa vedere tutti gli arti, la testa, la colonna vertebrale, lo stomaco, la vescica. La manina noi ad esempio l’abbiamo vista benissimo, aperta, con tutte le 5 dita. Ci eravamo anche portati la videocamera e abbiamo ripreso il monitor mentre il medico ci spiegava le varie cose.
La terza si fa intorno alla 32°: ormai il bambino è grande e non ci sta tutto nel monitor, quindi si vede un po’ a pezzi. Serve soprattutto per controllare le misure e quindi l’accrescimento.
Viene dato il peso stimato che per noi era al momento di 1,7 Kg (equivalente a un peso alla nascita di 3,2-3,3Kg, almeno così mi ha detto la mia ginecologa). Inoltre ho letto che la lunghezza del femore serve, con una semplice formula, a calcolare la lunghezza totale: si deve moltiplicare la lunghezza del femore per 6 e aggiungere 4. Nel nostro caso il femore era 6,15 cm, quindi la lunghezza totale quasi 41 cm. Mi hanno detto che è nella norma.
La dottoressa che mi ha fatto l’ecografia era molto scrupolosa (forse troppo) e misurando un ventricolo cerebrale di 7,6 mm mi ha consigliato di ripetere l’ecografia dopo 2 settimane. Infatti tale ventricolo deve essere sotto 10 mm (anche 12) e sebbene 7,6 sia meno di 10, lei aveva paura che potesse aumentare. Così l’ho ripetuta e la seconda volta era sceso a 6 mm, quindi tutto bene. Certo una minima preoccupazione ce l’aveva data, ma basta sempre cercare di rimanere razionali e affrontare una cosa per volta

– eventuale amniocentesi
vedi apposita sezione
– gli esami della 36° settimana (in ospedale)
per questi esami non occorre neanche la prescrizione del medico, si prenotano direttamente in ostetricia (magari durante il corso preparto) e sono considerati già quasi all’interno del ricovero, infatti non vengono consegnati, ma si viene solo avvertite nel caso in cui non vadano bene. A Savona consistono in:
esami del sangue, esami delle urine, esami delle feci (per ricerca di batteri quali la salmonellosi), tampone vaginale (per ricerca dello streptococco), elettrocardiogramma

– eventuale colloquio per l’analgesia peridurale
a Savona, se si è in travaglio tra le ore 8 e le ore 4 dal lunedì al venerdì, si può usufruire dell’analgesia peridurale: vale a dire che si resta coscienti e in grado di muoversi, ma con un piccolo ago viene inserito un cateterino nella colonna vertebrale e così somministrato un anestetico che non fa sentire (o riduce molto) il dolore delle contrazioni.
Se si pensa di volerlo fare occorre effettuare un colloquio con l’anestesista e firmare un modulo di consenso informato. Se non lo si fa, poi se anche durante il travaglio si chiede l’anestesia non te la faranno, mentre ovviamente anche se lo hai firmato puoi sempre non farla.
Qualche controindicazione può esserci, anche se rarissima (l’anestesista spiega tutto, mi ha persino fatto vedere l’ago e mimato la procedura!).
Io personalmente non credo che la farò, perchè l’idea di un ago nella schiena mi terrorizza (anche se ti fanno una piccola preanestesia), ma ho comunque fatto il colloquio per 2 motivi:
il primo è che non ho mai partorito, ed è facile fare la coraggiosa quando non si sa a cosa si va incontro, ma magari poi sul momento farò come Kirstie Alley in “Senti chi parla adesso” (lo avete visto? Avete presente: “datemi qualcosa, qualsiasi cosa, ma tanto, perchè dolori del parto come me non li ha mai avuti nessuna”!!!)
il secondo è che c’è sempre il rischio che poi debbano farmi un cesareo e se l’anestesista ha già la nostra scheda è meglio (ovviamente se è necessario un cesareo te la fanno lo stesso anche se non hai fatto il colloquio e non hai firmato il modulo!!!!)

– eventuale colloquio per la donazione del sangue del cordone ombelicale:
il sangue del cordone ombelicale contiene cellule speciali (credo siano le famose staminali), che possono servire a curare certe malattie, come la leucemia.
Normalmente al momento del parto viene tagliato e buttato via, ma se si firma un consenso invece che buttarlo via, ne estraggono il sangue, che finisce in una “banca” nazionale da dove attingono quando devono curare qualcuno (specie bambini) per certe malattie. Poiché occorre che ci sia compatibilità tra il donatore e il ricevente, è molto importante che ci siano tanti donatori differenti. Poiché l’estrazione viene fatta dopo che è già stato tagliato, capite come non comporti il benché minimo problema né per voi né per vostro figlio, ma potrebbe forse salvare una vita.
Il colloquio serve ad appurare che la donazione sia possibile, nel senso che non abbiate malattie genetiche o contratto infezioni, che potrebbero essere trasmesse.
L’unica “scocciatura” è che dovete fare questo colloquio e che sei mesi dopo il parto dovete presentarvi per un controllo, per vedere che nel frattempo non abbiate sviluppato malattie non visibili al momento del prelievo e che quindi renderebbero il sangue del cordone non utilizzabili. Ma penso che sia ben poca cosa, rispetto alla possibilità di salvare una vita!
– il monitoraggio alla 39 + 3
questo devo ancora farlo, ma mi risulta che consista nell’applicazione di una speciale cintura sulla pancia, che serve a monitorare il battito cardiaco e le contrazioni. Si fa 4 giorni prima della data presunta del parto, dopodiché si ripete ogni 3 o 4 giorni fino al parto effettivo.

A Savona al 10° giorno di ritardo rispetto alla data presunta, il parto viene indotto con l’ossitocina.

Un ulteriore esame che può essere utile fare se avete una forte miopia, è quello della retina.  Infatti in rari casi è possibile che lo sforzo di un parto naturale causi il distacco della retina. Non vi allarmate, è raro e credo solo in caso di fortissime miopie, ma io nel dubbio una visita approfondita dall’oculista l’ho fatta. La mia miopia non è considerata forte (mi mancano 3,50 e 3,75), ma visto che era un po’ che non la controllavo e che non è un’esame invasivo (ti danno solo un collirio che ti fa dilatare le pupille e per qualche ora vedi un po’ più sfuocato e ti vengono gli occhi come quelli di un cartone animato!!) ho preferito farla. L’oculista mi ha confermato che posso tranquillamente affrontare un parto naturale. Mia cugina invece ha dovuto fare il cesareo proprio per questo motivo.

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