Lug 03 2008

L’amniocentesi

L’amniocentesi è un esame che si effettua intorno alla 16° o 17° settimana per escludere anomalie genetiche.
L’esame è gratuito per tutte le donne che abbiano superato i 35 anni (il quando dipende dalle regioni: a Savona è sufficiente aver compiuto 35 anni al momento in cui si effettua l’esame, mentre altre regioni posso richiedere i 35 anni al momento dell’ultima mestruazione o altre ancora alla data presunta del parto).
E’ inoltre gratuito in caso di particolari storie famigliari o se altri esami come il bitest o il tritest hanno dato esito di rischio elevato (non so dirvi molto su bitest e tritest, se non che sono esami del sangue abbinati ad un’ecografia, che vanno fatti entro una certa settimana, tipo l’11° o la 12°, e che danno solo un risultato probabilistico, ma non certo al 100%).

Tutte le altre donne che vogliano comunque effettuarla dovranno pagarla e mi risulta che il costo sia intorno ai 600 euro (anche se immagino dipenda da dove la si fa).

L’esame consiste nel prelevare un po’ di liquido amniotico, attraverso una siringa inserita nell’addome. Nel liquido infatti sono disperse cellule epiteliali del bambino, che pertanto possono poi essere coltivate e se ne può estrarre il DNA, per effettuare la conta cromosomica ed escludere quindi le malattie genetiche più diffuse.
Purtroppo la controindicazione di questo esame è che comporta un piccolo rischio di aborto. La percentuale è di circa 1 su 150 o 200. Quindi si capisce come la scelta se effettuare o meno l’esame sia assolutamente personale. Va però tenuto conto che il rischio di sindrome di Down a partire dai 35 anni è di 1 su 250 ed aumenta notevolmente con l’età.
L’esame in sè non deve spaventare: io confesso che ero terrorizzata all’idea di un ago attraverso la pancia, ma vi assicuro che non si sente alcun dolore, solo come un pizzico. Mi ha fatto molto più male l’iniezione che mi hanno fatto di rilaten, un farmaco che serve a prevenire le contrazioni e che fanno subito prima dell’amniocentesi, proprio per ridurre il rischio di aborto.
Il rischio è infatti dovuto al fatto che comunque viene causato un piccolo buchino nell’utero e se questo si contraesse il buchino non si richiuderebbe e si potrebbe avere perdita di liquido amniotico.
Io ho effettuato l’esame all’Ospedale di Savona. Me lo ha fatto il Dott. Traversa e mi sono trovata benissimo. Non solo è molto bravo, ma anche molto simpatico.
Quando si richiede l’esame viene prima dato un appuntamento per effettuare un’ecografia che è chiamata preamniocentesi, che serve semplicemente per stabilire in quale giorno sarà meglio effettuare l’amniocentesi (perché appunto è meglio che la si faccia tra la 16° e la 17° settimana, anche se credo la si possa fare anche dopo, se proprio necessario). Inoltre il medico spiega in cosa consiste l’esame e i rischi e fa firmare un modulo di consenso informato.
L’esame viene di solito fatto due o tre settimane dopo ed ovviamente l’inserimento dell’ago viene effettuato sotto controllo ecografico.
Dopo l’esame si torna subito a casa, ma occorre stare 72 ore a riposo, meglio a letto, alzandosi solo per andare in bagno e mangiare. Questo sempre per favorire la richiusura del famoso buchino. Inoltre per alcuni giorni prima (circa 3 o 4) e altrettanti dopo occorre prendere delle pastiglie di Rilaten e delle bustine di Mag2, che servono a evitare o ridurre le contrazioni.
I risultati si hanno dapprima telefonicamente dopo 15 giorni, e poi arrivano anche per lettera a casa. O almeno così avviene a Savona, visto che il liquido viene mandato al Galliera di Genova. Magari da altre parti funziona diversamente. Va però tenuto conto che c’è un tempo minimo di attesa dovuto al fatto che le cellule vanno “coltivate”.

Un esame alternativo all’amniocentesi è la villocentesi o esame dei villi coriali: invece che prelevare il liquido amniotico, vengono prelevate cellule dal tessuto coriale: se non ho capito male, questo esame è leggermente più rischioso in termini di percentuale di aborti rispetto all’amniocentesi, ma ha il vantaggio di poter essere effettuato prima dell’amniocentesi, già intorno alla 10° settimana. Infatti mi risulta che venga proposto a chi ha un rischio di malformazioni molto grave, in quanto se si desiderasse interrompere la gravidanza, prima è meno traumatico è, sia fisicamente sia psicologicamente.

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